Vintage America Italia anni 60/70
PaolaMeliga Gallery, in collaborazione con ArtPhoto, conclude la stagione primavera – estate 2016 con un'esposizione molto suggestiva e raffinata di artisti di caratura internazionale museale.
La fotografia vintage del trentennio 1960/1980 americana ed italiana.
Sezione Americana
“Rendere la fotografia capace di creare immagini che evochino pensieri e sogni. Rivelare quello che l'occhio non può vedere perchè ciò che conta davvero non è rappresentare l'esistente, bensì raccontare il possibile. Superare le barriere tra osservazione ed immaginazione, trasformare la fotografia in una sfida sfruttando la sua capacità di creare mondi.
Questo fanno Arthur Tress che si autodefinisce “collezionista di sogni”. Per lui la fotografia, come certi incubi, può far credere in una realtà più intensa della realtà stessa. Come una sorta di sciamano egli riesce così a rivelare e far emergere i sogni e gli incubi più reconditi di ognuno di noi.
Duane Michals meno sognatore dichiara “quando vedrete le mie immagini, state guardando i miei pensieri”. La fotografia per lui materializza i sogni e le pulsioni inconsce, i desideri, le paure.
E siccome i sogni non si possono raccontare in un'unica immagine, crea lavori quasi filmici. Spiazzante e giocoso, Michals da una spallata al mito della fotografia come traccia della realtà. Per lui infatti la realtà è solo una parvenza vista attraveso gli occhi deformanti di un soggetto a sua volta fallace.
E' invece considerato da sempre un artista spregiudicato Leslie Krims. Con le sue messe in scena esuberanti, eccessive, dissacranti mostra come la fotografia , più che confermare la realtà, riesca a metterla in discussione in modo paradossale ed ironico. La fotografia infatti può far credere a tutto o a niente e le sue irriverenti messe in scena, magari con donne nude sui tavoli od in pose stravaganti, non sono solo innocui “divertissement”. Nascondono infatti il bisogno di ironizzare sulla cultura americana, mettendo in ridicolo i miti ed i riti della middle class, l'american way of life, il perbenismo religioso ma anche il mondo c.d. radical-chic di certi critici conformisti, protesi solo a difendere una loro idea parziale della fotografia e dell'arte.
Aaron Siskind ci dice “i materiali di cui mi sono servito sono le “cose banali”, neglette, insignificanti – i muri i selciati, le inferriate di New York... Nel lavoro di Siskind la fedeltà all'oggetto ed allo strumento è inflessibile. Grazie a precise inquadrature ravvicinate egli trasforma la fotografia in un oggetto capace di trasfigurare la realtà donandole una nuova intrinseca bellezza.”
Testo di Gigliola Foschi
BIOGRAFIE
LESLIE KRIMS
Nato a NewYork nel 1942 occupa un ruolo essenziale e singolare nella storia della fotografia americana. Precursore e maestro della “staged photography”, si concentra sulla dissacrazione degli stereotipi della società americana, spingendo sempre il suo lavoro al limite. Artista spregiudicato profondamente al di fuori di ogni regola, i suoi lavori nascono da un umorismo oscuro, sinistro, spietato. Presente in tutte le collezioni museali del mondo.
MICHALS DUANE
Nasce nel 1932 in Pennsylvania. Inizia a farsi conoscere negli anni 60 per il suo modo nuovo e rivoluzionario di usare il mezzo fotografico, attraverso il format cinematografico della sequenza di fotogrammi. Le opere di Duane sono state esposte in prestigiosi musei di tutto il mondo.
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AARON SISKIND
E' stato un fotografo americano considerato strettamente coinvolto nel movimento espressionista astratto. Si avvicina alla fotografia nel 1929. Negli anni '40 avviene la sua consacrazione ove sviluppa una fotografia più personale, priva di qualsiasi intento narrativo, dove i soggetti appaiono quasi insignificanti. Pur conservando lo stile diretto, Siskind trasforma la fotografia in un oggetto capace di trasfigurare la realtà donandole una nuova intrinseca bellezza.
ARTHUR TRESS
Nato a Brooklyn nel 1940 si avvicina alla fotografia ancora ragazzo.
Verso la fine degli anni '60 Tress seguì la sua ispirazione nel creare una serie basata su sogni infantili, racchiudenti i suoi interessi in cerimonie rituali, archetipi di psicologia junghiana ed allegorie sociali. Per Tress la fotografia non è mai documentaristica, l'unica cosa che documenta è la sua evoluzione artistica, che è sempre alla ricerca di nuove ispirazioni. Presente nelle maggiori collezioni museali mondiali.